È
un brano del libro (ebook) “Il Clima e l’Ambiente”, di Alfio Giuffrida,
disponibile su Amazon ( http://t.co/L1oZOWLK
). Fa parte del Verismo Interattivo, il nuovo genere letterario introdotto
dall’autore, che consiste nell’inserire, all’interno del testo, degli argomenti
culturali e di attualità che il lettore può approfondire partecipando al Forum
sul sito http://www.alfiogiuffrida.com/Forum.aspx
. In questo libro gli argomenti trattati sono: Il Diluvio Universale (è
realmente accaduto oppure è stata una punizione divina?). I Medicane (uragani
nel Mediterraneo, sono possibili?). Il Telelavoro (è possibile lavorare da
casa?). Il clima di città (la presenza dell’uomo modifica il clima di una
regione?), .. e molti altri.
Secondo
l’egittologo Antonio Crasto, che ha dedicato ampio spazio alle catastrofi che
hanno colpito l’antico Egitto e il mondo intero (vedi http://www.ugiat-antoniocrasto.it/
), il periodo più probabile per l’evento
citato dalla Bibbia, dovrebbe essere quello del 5500 a.C..
Sappiamo che in età
preistorica, quello che ora si chiama Mar Nero, era un grande lago di acqua
dolce, separato dal mare da una sottile striscia di terra (Il Bosforo) attorno
al quale esisteva già una civiltà abbastanza numerosa, per cui il numero delle
vittime deve essere stato molto elevato. Piogge abbondanti su tutta la zona del
Mediterraneo orientale determinarono un innalzamento del livello del mare e
questa spinta fratturò la diga naturale del Bosforo e provocò l'inondazione del
lago e il suo collegamento al mare. Nel Mar Nero occidentale, sono state
scoperte tracce di città distrutte da eventi alluvionali e il tutto è databile
proprio intorno al 5500 a.C.
Inizialmente i ricercatori
hanno ipotizzato che l'invasione marina sia stata rapida e che abbia provocato
un'onda talmente alta da sollevare le barche e le navi dei siti della costa
orientale fino a portarle in cima alle montagne (mito dell'arca sull'Ararat). In
realtà sembra che la frattura della diga sia stata graduale e che il lago si
sia riempito lentamente, dando così tempo per una fuga delle popolazioni che
abitavano le vecchie coste. La vicinanza della Mesopotamia lascia intendere che
fu proprio questa catastrofe a impressionare le antiche civiltà (sumera ed
egizia), che vivevano, in termine di tempo e spazio, nella stessa zona della
Terra, portandole a descrivere l'evento attraverso i loro personaggi mitologici,
rispettivamente Gilgamesh e Osiride.
La teoria descritta da Crasto
è in accordo con quella dei due geofisici americani, William Ryan e Walter
Pitman (http://it.wikipedia.org/wiki/Inondazione_preistorica_del_Mar_Nero)
secondo cui l’evento potrebbe essersi verificato nel Mar Nero, tra 8.500 e 5.550
anni a.C., non tanto a causa di piogge alluvionali, ma come conseguenza
dell’innalzamento del livello del Mar Mediterraneo.
Vista l’entità veramente
universale del fenomeno, è possibile tuttavia formulare una ipotesi del tutto
diversa; forse si è trattato di un cataclisma di proporzioni ancora più ampie
che, oltre a forti piogge, ha compreso altri eventi naturali come terremoti,
maremoti, sollevamenti e abbassamenti della crosta terrestre che, tutti
insieme, hanno provocato una serie di enormi inondazioni sul nostro pianeta.
Secondo fonti diverse da
quella già accennata, sembra che la trasformazione del Mar Nero in un vero e
proprio mare, sia avvenuta in un periodo antecedente al 5500 a.C., diciamo tra dodicimila e ottomila anni fa.
Secondo alcuni scienziati (http://cronologia.leonardo.it/mondo05a.htm
già citato), l'ultimo spostamento
accertato dell'asse terrestre, che sarebbe stato la conseguenza della caduta di
un enorme asteroide proprio in quel lago, che si è verificato tra 13.000 e 10.000
anni fa, provocando una tracimazione dell’acqua contenuta in esso, in modo
simile a quanto avvenne il 9 Ottobre 1963 a Longarone, ai piedi della diga del
Vajont.
Facendo un rapido confronto, i
due periodi si sovrappongono per qualche migliaio di anni, per cui le due date
sono compatibili. Quindi, pur restando nel campo delle ipotesi, è possibile
supporre che si sia trattato dello stesso evento, generato dalla caduta di un
asteroide e protrattosi per alcuni mesi con enormi sconvolgimenti della crosta
terrestre in quella zona. In questo modo la data del Diluvio Universale
verrebbe spostata indietro di qualche millennio, andando a coincidere con lo
strato più spesso di argilla scoperto da Wolley.
Altre notizie sul Diluvio
Universale si trovano su “Manuale di Meteorologia”, di Alfio Giuffrida e
Girolamo Sansosti [3].
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