Si trova in libreria oppure on
line: http://www.ibs.it/ser/serfat.asp?site=libri&xy=alfio+giuffrida
I libri di Alfio Giuffrida fanno parte del filone letterario VERISMO
INTERATTIVO, in cui il lettore può diventare “Protagonista” del romanzo
commentando le discussioni aperte nel FORUM del sito http://www.alfiogiuffrida.com/
,sui vari argomenti di attualità
inseriti nel testo.
Il capo di quel gruppo di poliziotti che erano intervenuti
per primi, pensò subito all’importazione clandestina della droga dai Paesi
dell’America Latina, spesso trasportata nello stomaco delle persone che hanno
ingoiato degli ovuli prima di partire dai paesi del Sud America e poi li
recuperano nei Paesi di destinazione. Ma quel caso era diverso, poteva essere
il primo di un nuovo filone, portare la droga nel corpo dei morti, era questo
che qualcuno, all’interno della polizia francese, sospettava da tempo e adesso,
secondo loro, ne avevano la conferma. Inoltre il poliziotto aveva fatto una
scoperta secondo lui eccezionale: quel corpo era arrivato a Parigi con un volo
speciale, a bordo di un aereo privato, appartenente ad una persona molto in
vista nel mondo dello spettacolo, che godeva di potenti appoggi politici ma,
come ben si può immaginare, ogni uomo in vista ha anche molti nemici.
Così il militare, prese la decisione saggia di avvertire
subito i suoi superiori, descrivendo i dettagli di come era stato ritrovato il
corpo e i risultati della scientifica, e quella meno saggia di raccontare
questa sua “scoperta” ad un suo amico giornalista, comprese le sue idee sul
motivo della profanazione della tomba. Nel frattempo Antoine, Alberto e Manuela
vennero ufficialmente “invitati” a restare a disposizione delle Autorità,
entrambi telefonarono in Ecuador per avvertire le famiglie, temevano
soprattutto la reazione di Isabella, ma lei fu comprensiva, si dimostrò
preoccupata per le disavventure che questo inconveniente comportava, ma non
fece alcuna allusione alla loro situazione privata.
L’indomani mattina un giornale locale uscì con uno scoop:
«Adesso la droga arriva nel corpo dei morti». Un articolo che dava tutto per
certo, pur non facendo dei nomi, raccontava senza mezzi termini che: «Il corpo
di una guardia coinvolta nel sequestro dei diplomatici nell’ambasciata del
Giappone a Lima, usato come mezzo di trasporto per la droga», poi continuava
con dei dettagli: «il trasporto è avvenuto a bordo dell’aereo privato di un
miliardario francese», innescava la miccia su problemi sempre discussi e mai
completamente risolti: «come vengono fatti i controlli di imbarco quando si
viaggia su un volo privato?», infine faceva delle allusioni piuttosto
compromettenti: «le autorità peruviane hanno dato il loro consenso al volo
inconsapevolmente, o sapevano ed hanno taciuto?».
Il capo del Distretto di Polizia di Parigi si era appena
seduto alla sua scrivania per risolvere quello che pensava “un barboso affare
di profanazione di tombe, forse alla ricerca di qualche oggetto di valore, che
qualcuno voleva portare fuori pista, per ricondurlo all’affare politico
dell’importazione della droga”, quando un agente gli portò sotto gli occhi una
copia di quel giornale.
Era chiaro che adesso l’affare diventava più grosso, era suo
dovere informare le massime autorità e lasciare a loro le decisioni. E fu un
susseguirsi di colpi di scena, i cronisti dei maggiori quotidiani erano già
davanti al cancello, assatanati di notizie, il Capo della Polizia informò il
Ministro degli Affari Interni e questo si rivolse al Ministro degli Esteri,
l’Ambasciatore del Perù fu convocato immediatamente per delle spiegazioni.
Intanto Alberto aveva un’altra idea: a fare quel gesto
potevano essere stati i Tupamaros, per cercare l’altra metà del microfilm. Lo
disse a Manuela che era con lui ed insieme cercarono una scusa per poter
visionare di nuovo il cadavere di Michel. Gli dissero che la cosa non era
possibile, ma misero loro a disposizione le foto e le radiografie che erano
state fatte.
Dalle foto non si vedeva nulla di strano, per le lastre
radiografiche chiesero l’aiuto di un medico, il quale puntò subito il dito su
un particolare, che aveva già fatto presente al poliziotto, ma non era stato
preso in considerazione. «Nell’arcata superiore destra», disse il medico in
modo professionale, «c’è una capsula molto strana al secondo molare.
Occorrerebbe vedere il cadavere perché c’è qualcosa che non mi convince, è
troppo grande per essere una otturazione».
«Ma Michel non aveva nessun dente cariato!», esclamò
Manuela, …..